Hong Kong cosa vedere: la guida completa

Se stai pensando di richiedere il vsito Working Holiday ad Hong Kong quando sarà finalmente aperta la destinazione e vuoi sapere cosa vedere, non perderti questo articolo, dove troverai diversi itinerari divisi per giorni.

Hong Kong è una metropoli affascinante, una destinazione turistica straordinaria che è in grado di offrire esperienze uniche. Con una combinazione di tradizioni culturali e di modernità sfrenata, questa città è un perfetto mix tra passato e futuro.

Con così tanto da vedere e fare, pianificare quindi il proprio itinerario è fondamentale, per queso motivo in questo articolo troverai i luoghi di maggiore interesse da vedere ad Hong Kong, come raggiungerli e come strutturare le varie giornate in base ai giorni a disposizione.

Victoria Peak

Il Victoria Peak è il punto panoramico più famoso di Hong Kong Island e offre una vista spettacolare sulla città, il porto e i suoi grattacieli scintillanti. E’ sicuramente uno dei luoghi imperdibili della città e se ne hai l’occasione ti suggeriamo di venirci al tramonto, così da poter godere del calar del sole sulla città da questo punto panoramico. Per raggiungerlo poi, puoi prendere da Hong Kong i mezzi pubblici che comprendono anche la funicolare Peak Tram, una delle attrazioni storiche più iconiche della città, oppure venirci con un taxi.

Tsim Sha Tsui

Il lungomare di Tsim Sha Tsui è un altro dei luoghi imperdibili ad Hong Kong, è situato sulla punta meridionale di Kowloon e offre una vista panoramica mozzafiato di Hong Kong sull’acqua, si tratta infatti di uno degli skyline più fotografati al mondo.

Passeggiando poi sul lungomare, troverai anche panchine per sederti e da dove ammirare lo spettacolo delle luci del porto di Victoria che si accendono ogni sera. Trovandosi poi in pieno centro, potrai raggiungere il lungomare anche a piedi.

Il tempio di Wong Tai Sin

Questo affascinante tempio è dedicato a Wong Tai Sin, una figura leggendaria della medicina tradizionale cinese, infatti il tempio è noto per attirare molti devoti, sia locali che turisti, che vi si recano per fare le loro preghiere. Con i suoi splendidi archi cinesi e i dettagli architettonici, è sicuramente una meta da non perdere.

Per raggiungere poi il tempio di Wong Tal Sin, dovrai prendere diversi mezzi pubblici, visto che si trova fuori dal centro di Hong Kong, ma ne vale la pena.

Il monastero Po Lin e Buddha Gigante

Situato sull’isola di Lantau, il Monastero di Po Lin e la sua imponente statua del Buddha Gigante (conosciuta anche come Tian Tan Buddha) sono tra le maggiori attrazioni spirituali di Hong Kong. Per raggiungere il monastero, trovandosi anche questo fuori dal centro, potrai o prendere i mezzi pubblici oppure farti portare da un driver, calcola comunque almeno 1h di tragitto.

Il mercato notturno Temple Street

Se vuoi immergerti nell‘atmosfera vivace e caotica di Hong Kong, il mercato notturno di Temple Street è il posto giusto per te. Qui troverai una vasta gamma di prodotti, dalle prelibatezze locali e i souvenir fino ai negozi di abbigliamento, di gadget e molto altro. I negozianti e gli artisti di strada rendono poi questo mercato un’esperienza indimenticabile, che vale il viaggio.

Il Temple Street si trova poi molto vicino al quartiere di Tsim Sha Tsui e con una passeggiata di 10 minuti, potrai raggiungerlo e goderti un’ottima cena super local.

Central e Soho

Central è il cuore finanziario di Hong Kong, ma offre anche molte opportunità per lo shopping di lusso e l’architettura moderna. Il quartiere di Soho, invece, è conosciuto per i suoi ristoranti di alta qualità e bar alla moda, ed è il luogo ideale per immergersi nella vibrante scena culinaria di Hong Kong. Entrambi questi quartieri si trovano su Hong Kong Island, per raggiungerli potrai quindi prendere un ferry dai Pier che si trovano a Tsim Sha Tsui.

I mercati galleggianti di Aberdeen

I mercati galleggianti di Aberdeen offrono uno sguardo sulla tradizione della pesca e del commercio marittimo della città. Potrai fare un giro in una delle tipiche imbarcazioni locali, conosciute come sampans, e gustare deliziosi frutti di mare freschi nei ristoranti galleggianti.

Anche Aberdeen si trova su Hong Kong island e potrai raggiungerlo tranquillamente con i mezzi pubblici da Soho o da Central.


In conclusione, Hong Kong è una destinazione dinamica e affascinante che offre un mix unico di cultura, storia, modernità e bellezze naturali. Esplorare i luoghi di maggiore interesse ti permetteranno di apprezzare appieno la bellezza e l’energia di questa città cosmopolita.

Tra l’altro da poco Hong Kong è anche entrata a far parte del programma Working holiday, dando così la possibilità a chi lo desidera di vivere e lavorare in questa incredibile città.

Ovviamente prima di partire non scordarti l’assicurazione! Viaggiare e scoprire il mondo è uno dei modi più belli per arricchire la propria vita, ma è anche molto importante tutelarsi, così da essere protetti in caso di problemi o imprevisti.

Alla scoperta della Nuova Zelanda dei Maori

La Nuova Zelanda è una terra affascinante e misteriosa, abitata da una cultura antica e vibrante: i Maori. Con una storia ricca e piena di valori, i Maori hanno contribuito a creare l’identità nazionale. Sono diventati un simbolo di orgoglio per i neozelandesi, poiché rappresenta un collegamento vitale con le radici e la storia di questa terra.

In questo articolo, ci addentreremo nel mondo dei Maori, esplorando la storia, le danze tipiche, le tradizioni, i tatuaggi e la profonda cultura che li caratterizza.

Se stai pensando di andare in Nuova Zelanda, continua a leggere questo articolo per conoscere la cultura di questo meraviglioso paese.

Chi sono i Maori?

I Maori sono il popolo indigeno della Nuova Zelanda, arrivati ​​nell’arcipelago migliaia di anni fa dalla Polinesia. Questo termine significa letteralmente “normale” o “ordinario” nella loro lingua, anche se la cultura di questo popolo è tutto tranne che ordinaria. Questa comunità infatti ha resistito a secoli di cambiamenti, mantenendo vive le loro tradizioni, le credenze e i valori.

La storia dei Maori in Nuova Zelanda

La migrazione dei Maori ha segnato in maniera significativa la loro identità, perché è da questo momento che nascono le diverse tribù, ognuna con la propria cultura, leggi e territorio.
Ha portato anche alla nascita di saghe, miti e leggende, che si intrecciano con i paesaggi naturali dell’arcipelago, come le montagne, i fiumi e gli oceani.

Tra queste tribù sono nate diverse guerre tribali alternate a periodi di pace e prosperità, ma è con l’arrivo degli europei nel XVIII secolo che avviene un cambiamento significativo sulla cultura e sulla vita dei Maori, portando a conflitti territoriali e alla perdita di terre e risorse.

Nonostante le sfide però, i Maori hanno dimostrato una straordinaria resilienza nel preservare la propria cultura e identità.

Oggi, sono protagonisti nel riaffermare la loro cultura, promuovendo la lingua Maori, rivendicando i diritti di proprietà delle loro terre ancestrali e partecipando attivamente alla politica.

Le danze tipiche dei Maori in Nuova Zelanda

Le danze Maori, conosciute come “haka“, sono una forma di espressione che unisce il movimento del corpo, i canti e le percussioni.

Originariamente, veniva eseguita dai Maori per intimidire gli avversari in battaglia e per esprimere il loro coraggio e la loro forza. Oggi, la haka viene eseguita in diverse occasioni, come eventi sportivi, cerimonie di benvenuto e celebrazioni culturali.
È caratterizzata da gesti vigorosi e facce minacciose, i danzatori battono i piedi, colpiscono il petto e le cosce, eseguono movimenti di braccia e lingua, e pronunciano parole e versi potenti. Questa danza intensa e coordinata è accompagnata da canti e percussioni tradizionali, che aggiungono ritmo e energia alla performance.

Oltre alla haka, ci sono altre danze Maori che rappresentano aspetti specifici della cultura e della storia del popolo Maori. Ad esempio, il poi è una danza che coinvolge l’uso di palle di stoffa attaccate a dei lacci, che vengono mosse con grazia e abilità. Altre danze come il waiata (canto) e il whakawātea (danza di apertura) sono eseguite per celebrare eventi speciali o per raccontare storie attraverso il movimento del corpo e l’armonia delle voci.

Le danze Maori sono molto più di semplici performance coreografiche. Queste espressioni artistiche trasmettono un senso di identità, orgoglio, connessione con la terra e rispetto per gli antenati. Ogni movimento, gesto e parola nella haka o nelle altre danze Maori porta con sé significati profondi e messaggi culturali che vengono tramandati da generazioni.

Queste danze sono infatti un potente mezzo di comunicazione e di celebrazione della cultura e dell’eredità Maori. Attraverso queste espressioni artistiche, mantengono viva la loro identità, preservando e condividendo con il mondo la bellezza e la forza della loro cultura.

Le tradizioni e i valori dei Maori in Nuova Zelanda

I Maori attribuiscono grande importanza alla comunità, alla famiglia e alla preservazione del loro patrimonio culturale. La parola “whānau” indica l’unità familiare estesa, che svolge un ruolo centrale nella vita di ogni individuo. La reciprocità, la generosità e l’ospitalità sono valori fondamentali che guidano la loro interazione sociale. La terra, chiamata “whenua”, è considerata sacra e gli antenati sono venerati come guardiani spirituali.

I tatuaggi dei Maori

Uno dei simboli più iconici della cultura Maori è il tatuaggio, noto come “moko“. I moko sono disegni intricati che si estendono su viso, corpo e arti. Ogni disegno racconta una storia personale, che può includere informazioni sulla genealogia, il rango sociale, le esperienze di vita e le conquiste di un individuo. Il processo di tatuaggio è tradizionalmente doloroso e richiede grande coraggio, ma è considerato un segno di onore e prestigio.

La cultura dei Maori in Nuova Zelanda

La cultura Maori abbraccia ogni ramo della vita di un individuo, dalla musica, all’arte, alla cucina fino alla lingua. Gli strumenti musicali come il pūkāea (tromba di conchiglia) e il pūtātara (strumento a vento) sono molto importanti e vengono utilizzati per accompagnare le canzoni e le danze “haka”. Anche l’arte Maori, con le sue sculture intagliate in legno e pietra, è una testimonianza tangibile della loro creatività e abilità.

Due WAKA

Inoltre, la cultura Maori è permeata da una profonda spiritualità. Gli antenati, i miti e i luoghi sacri, occupano un ruolo centrale nella loro visione del mondo. La connessione con la natura e la terra è considerata sacra, e i Maori si impegnano nella sua protezione e conservazione.

Il forte legame con l’ambiente circostante si riflette anche nella loro cucina tradizionale, che utilizza ingredienti locali come il kūmara (patata dolce), il kai moana (frutti di mare) e il poi (pasta di farina di mais).

Ma la cultura Maori non si limita solo alla Nuova Zelanda. Si è diffusa in tutto il mondo, affascinando e ispirando persone di diverse nazionalità. La loro ricca eredità culturale è celebrata attraverso festival, mostre d’arte e performance che permettono ai Maori di condividere la loro storia e il loro patrimonio con tutto il mondo.

I Maori, sono custodi della terra e dei loro antenati. Hanno tramandato le loro conoscenze e le loro storie di generazione in generazione, creando un legame profondo con il paesaggio e il popolo. Conoscere la cultura Maori in Nuova Zelanda significa scoprire una ricchezza di tradizioni, danze, tatuaggi intrisi di significato e una comunità orgogliosa delle proprie radici.

Si tratta di un’esperienza emozionale, che ci ricorda l’importanza di preservare e rispettare le tradizioni dei popoli indigeni, riconoscendo la loro saggezza e contributo alla ricchezza culturale dell’umanità.

Se ti abbiamo incuriosito e vuoi venire a vivere un’esperienza qua, non perderti questi due articoli dove ti diamo consigli su come trasferirti in Nuova Zelanda, e come richiedere il Working holiday visa.

Una volta applicato poi per il visto, sul sito ufficiale del governo, non dimenticarti di sottoscrivere l’assicurazione cap working holiday per proteggerti durante tutta la tua permanenza nel paese.

Trasferirsi e andare a vivere in Canada: la storia di Federica

Vorresti vivere un’esperienza e andare a vivere in Canada ma vuoi saperne di più, magari da qualcuno che già è lì? Non perderti questa intervista allora!

La nostra rubrica continua, abbiamo conosciuto Deborah e Terrence e la loro magica avventura in Nuova Zelanda, Alice che vive in Sri Lanka e ha aperto una guesthouse e ora è il momento di spostarci verso Occidente.
Attraversiamo l’Atlantico e atterriamo nella terra delle opportunità e della libertà.

E quindi chi meglio di una persona che ce l’ha fatta può raccontarci com’è vivere in Canada?!
Conosciamo Federica!

Ciao Federica, hai voglia di raccontarci un pò chi sei?

Ciao! Mi chiamo Federica, ma per molti sono Ciompif, un nome corto e simpatico che mi rappresenta molto.
Sono una ragazza di 27 anni, metà savonese e metà napoletana, che 3 anni fa ha lasciato un lavoro a tempo indeterminato per volare oltreoceano e vedere cosa la vita aveva in serbo. Ora sono precisamente a Vancouver, in Canada.

Come mai hai scelto di andare a vivere in Canada per l’inizio di questa nuova vita?

Penso sempre che il Canada mi abbia scelta. Mi è sempre piaciuto come paese per la sua libertà di idee e per le mille culture che ci abitano.
Il giorno in cui poi tutto è cambiato me lo ricordo bene, era una sera di maggio del 2019, ero su Facebook e avevo appena finito di lavorare.

Ad attirare la mia attenzione è stato un annuncio di una agenzia che aiutava a fare i Working Holiday Visa per il Canada, così ho fatto domanda, aiutata da una ragazza che voglio sempre menzionare perché è stata davvero d’aiuto all’epoca ed è poi diventata un’amica: Laura Baileni.

Dopo 2 settimane dalla mia richiesta ho ricevuto quindi la lettera di accettazione e dopo un mese completo avevo già il via libera per entrare nel paese. È stata una cosa lampo ho fatto il biglietto e sono partita. Poi di mezzo c’è stata la pandemia che non ha aiutato, però ho deciso di tenere duro e di rimanere ugualmente, e direi che ne è valsa la pena visto che sono ancora qua.

Che differenze principali trovi rispetto all’Italia?

Tante differenze, tanto da considerare le due realtà, due mondi diversi. Trovo che qui ci sia più senso di comunità e di accettazione, perchè molte culture convivono e c’è molto rispetto per chi viene da fuori, visto che quasi tutti lo sono stati. Però è anche vero che c’è meno collaborazione quotidiana tra le persone. Io sono abituata a Napoli da mia nonna dove i vicini si scambiano lo zucchero che manca a casa, qui invece chi abita vicino a me non sa neanche il mio nome.

Ma sicuramente la differenza che vedo più marcata rispetto all’Italia sono le condizioni lavorative e tutto il piano di benefit che dopo qualche mese nelle aziende ricevi in Canada, come la gestione della maternità, gli aiuti statali a chi non ha un income elevato e tanto altro.

Che tipo di visto hai ora?

Dopo aver terminato il working holiday visa e aver seguito diversi corsi, ora da qualche mese sono diventata residente permanente in Canada. Ovvero lo status grazie al quale posso rinnovare la mia permanenza qua ogni 5 anni quasi in automatico. Ma se per esempio decido nel corso di questi 5 anni di stare sul suolo canadese e quindi vivere in Canada per almeno 3 anni in totale, potrò diventare cittadina canadese e avere il doppio passaporto.

Quali sono le cose burocratiche da fare una volta che si decide di vivere in Canada?

Io dico sempre: il primo giorno ti riprendi dal jet Lag e il secondo giorno vai a fare le due cose fondamentali: Sin Number, un numero per lavorare che devi dare al tuo datore di lavoro, e aprire un conto corrente. Poi si fa una scheda telefonica e si inizia a preparare il curriculum in stile canadese ovvero senza foto e dati sensibili per non creare discriminazioni.

Ovviamente, prima di arrivare in Canada è fondamentale stipulare un’assicurazione sanitaria, visto che qua è privata.

Una volta che ci si è ambientati poi è tempo di provare qualche piatto tipico, come la poutine e i Timbits.

Che cosa hai fatto all’inizio per ottenere il working holiday visa, quali sono i requisiti?

Il working Holiday è il visto che consiglio di fare se si ha intenzione di esplorare il paese e capire se può piacere l’idea di vivere qui, anche perché permette di lavorare e vivere in Canada legalmente.

I requisiti fondamentali, ma invito a guardare sul sito canadese, sono: essere cittadino italiano, risiedere in Italia, avere dai 18 ai 35 anni, non avere precedenti penali, avere sul conto almeno 1600€ e avere un‘assicurazione che copra per tutta la durata del visto.

Il visto si richiede poi sul sito ufficiale canadese e richiede un pò di pazienza dal momento che le procedure possono essere un pò lunghe, ma poi ne vale la pena.

Dove vivere in Canada, perché hai scelto Vancouver?

Sicuramente il primo motivo è stato per il clima, eccezioni a parte, le temperature qua sono miti, si scende sotto lo zero rarissime volte, quindi è una situazione più gradevole per me. Poi essendo antropologa ho sempre amato e rispettato le First Nations e qui c’è uno dei più grandi musei antropologici del mondo.

E’ facile fare amicizia lì?

Fare amicizia qui è un po’ difficile perché, essendo una città cara, tutti lavorano molto, ma nel corso di questi anni ho creato amicizie belle e profonde. L’unico neo è che spesso si incontrano persone di passaggio e bisogna essere sempre pronti a salutare gli amici che decidono di spostarsi in altre città del Canada o cambiare vita di nuovo.

Come si approcciano i local agli expat?

Expat mi sembra un termine molto romantico, a me piace più usare immigrati perché secondo me questa parola contiene un po’ il senso di fatica e sofferenza che le persone che vanno via dal proprio paese provano.

A Vancouver comunque la maggior parte delle persone è immigrata, si arriva qua da ogni parte del mondo quindi non si sente tanto la differenza, anzi se non sai bene l’inglese non si spazientiscono e cercano di aiutarti come possono.

Al contrario è raro qui trovare canadesi autoctoni, perchè molti hanno discendenze europee o asiatiche (se non consideriamo i veri local che sono le First Nations).

Quante settimane consigli per visitare Vancouver/ la zona ovest del Canada?

Per la zona Ovest io consiglio almeno 2 settimane, ma dipende tanto da quanto si vuole esplorare: un itinerario potrebbe essere Vancouver, Whistler e Kelowna, oppure si può noleggiare l’auto e visitare Calgary&Jasper in Alberta.

Infine c’è tutta la zona intorno a Vancouver come la splendida Vancouver Island con la capitale della British Columbia Victoria, Tofino e la Sunshine Coast. Insomma, ci sono tanti posti intorno a Vancouver che si possono visitare, dipende tutto da quello che uno cerca.

Che consigli vorresti dare a chi vorrebbe cambiare vita e lasciare l’Italia?

Una delle mie frasi preferite dice: se non ti piace il posto dove sei puoi muoverti, non sei un albero!

Il mio consiglio infatti è quello di esplorare, all’inizio è dura, ma poi è bello assaporare ciò che ti sei creato completamente da solo. Sul mio Instagram cerco sempre di essere più vera possibile e raccontare anche i giorni no, perché arrivano, ma la luce può essere davvero bella in fondo al tunnel.

L’Italia poi non si muove: si può sempre tornare dopo l’esperienza!

Quali sono i pro e i contro del vivere in Canada?

I pro sono le tante culture, conoscere gente nuova ogni giorno, le condizioni lavorative, la mancanza di giudizio per come sei e imparare una nuova lingua.
 I contro per me sono essere lontani dalla famiglia, i voli costosi per esplorare i dintorni, contrariamente ai voli per girare in Europa, e la mancanza della parmigiana di mia nonna.

Ormai sono passati un paio d’anni da quando hai lasciato l’Italia, sei soddisfatta del tuo percorso?

Si, ad essere sincera sono soddisfatta. A volte guardo indietro a quella ragazza di 24 anni appena compiuti che è partita così spaventata e vorrei darle un abbraccio perché è stata coraggiosa! Dimentichiamo ciò che possiamo fare e il nostro potenziale se stiamo sempre al sicuro nel nostro giardinetto di casa.

Poi se qualora un giorno non mi piacesse più stare qui, ho il dovere di essere onesta con me stessa e magari cambiare di nuovo paese.

Dove possiamo seguire le tue avventure?

Mi trovate tanto sul mio profilo Instagram: – Ciompif – dove sono sempre contenta di conoscere nuove persone e rispondere ai dubbi e domande sul Canada.


Grazie Federica per averci portato un pò nella tua vita in Canada!

Consigli per la tua esperienza in Corea del Sud con il visto Working Holiday

Hai deciso di vivere un’esperienza di lavoro all’estero e vuoi sapere tutto sul visto Working Holiday per la Corea del sud? Continua a leggere per trovare tutti i consigli.

La Corea del Sud è un paese straordinario e anche se è meno conosciuto rispetto ad altri, anche qua è possibile applicare per il visto working holiday, un visto che per l’appunto ti permette di vivere e lavorare nel paese. Ma come si applica, per quanto tempo si può rimanere nel paese e come si trova poi lavoro? Se hai questi dubbi e queste domande, continua allora a leggere perchè affronteremo tutte queste tematiche.

Perchè scegliere il Working Holiday Visa in Corea del Sud?

Tendenzialmente i paesi più conosciuti per l’applicazione di questo visto sono l’Australia, la Nuova Zelanda e il Canada, ma anche la Corea del Sud dà agli italiani questa possibilità, ed ecco, qualora fossi indeciso, perchè dovresti seriamente prendere in considerazione di applicare per il visto Working Holiday in Corea del sud.

  1. Esperienza culturale unica: la Corea del Sud ha una cultura molto ricca e unica, con una cucina deliziosa, tradizioni millenarie e una storia affascinante. Se sei interessato a sperimentare qualcosa di diverso e se ami le influenze orientali, la Corea del Sud ti permetterà di vivere un’esperienza totale a 360°, conoscendo e imparando una cultura completamente diversa rispetto alla tua.
  2. Opportunità di lavoro: la Corea del Sud è una delle economie più forti dell’Asia, e ci sono molte opportunità di lavoro disponibili per gli stranieri, in particolare nei settori dell’insegnamento dell’inglese e della tecnologia, ma anche nei campi della ristorazione e dell’hoteleria. Infatti in Corea ci sono tantissimi turisti e sapere in inglese ti darà una marcia in più per diventare una figura di rilievo e di riferimento.
  3. Sicurezza: è uno dei paesi più sicuri al mondo, con una bassa criminalità e una forte presenza di polizia. Ciò significa che puoi sentirti al sicuro mentre sei in viaggio e goderti la tua esperienza senza preoccupazioni.
  4. Sviluppo del turismo: negli ultimi anni, si è trasformata in una destinazione turistica popolare, con molte attrazioni e attività da offrire. Questo significa che avrai la possibilità di fare e vedere tantissime realtà, attrazioni, templi e tanto altro. Annoiarsi sarà impossibile.
  5. Sfida personale: se vuoi metterti alla prova e sperimentare qualcosa di nuovo e diverso, la Corea del Sud è la tua destinazione. La lingua coreana può essere difficile da imparare, ma conoscere una nuova lingua e una nuova cultura può essere una sfida gratificante e arricchente. Soprattutto per il primo periodo puoi sempre utilizzare applicazioni di traduzione come Google Translate o Papago per facilitare la comunicazione.

Consigli per ottenere il visto Working Holiday per la Corea del sud

Il Governo della Repubblica di Corea permette ai cittadini italiani tra i 18 e i 30 anni (inclusi) di richiedere dei visti per Vacanze Lavoro per farlo dovrai fare richiesta sul sito ufficiale Visa Application e-Form. La validità sarà poi di un anno.

Per l’applicazione è richiesto di dimostrare di avere un’assicurazione sanitaria valida per tutta la durata del tuo soggiorno in Corea. Noi ti consigliamo la polizza CAP Working Holiday di Chapka dedicata a questo visto e valida per 12 mesi.

Oltre a questo dovrai dimostrare di avere fondi sufficienti per il tuo sostentamento durante il periodo iniziale del tuo viaggio (minimo EUR 3.000,00).

Una volta fatta la richiesta dovrai procedere con l’invio dei vari documenti richiesti dal governo per validare la tua domanda, ovvero una fototessera a colori (3.5cm x 4.5cm) attaccata sulla prima pagina di Visa Application e-Form, un passaporto con la validità superiore ai 18 mesi, una copia del passaporto, una copia della carta di identità, un certificato del Casellario Giudiziale e un certificato dei Carichi Pendenti.

Una volta fatto tutto e con il visto approvato, potrai procedere con l’acquisto del volo e partire per questa incredibile esperienza.

L’Alien Registration Card

L’alien registration card (ARC) è una carta di registrazione, una sorta di carta d’identità molto importante da richiedere una volta arrivato in Korea. Questa carta infatti contiene informazioni personali come il nome, la nazionalità, l’indirizzo, la data di scadenza del visto e cosa più importante, il numero di registrazione. L’ARC infatti dovrai portarla sempre con te poiché funge da prova di identità e di permesso di soggiorno in Korea del Sud.

Ti verrà richiesta per affittare una casa, aprire un conto bancario, acquistare una scheda SIM, e tante altre attività.

Dovrai richiederla entro i primi 90 giorni dal tuo arrivo presso l’ufficio immigrazione locale presentando i diversi documenti richiesti. Una volta poi pronta la tessera, potrai andarla a ritirare oppure riceverla a domicilio.

Aprire un conto bancario

Una volta nel paese, il primo passo per iniziare la tua vita in Corea del Sud è quello di aprire un conto bancario. Ci sono molte banche in Corea del Sud che offrono conti bancari per gli stranieri, come KEB Hana Bank, Shinhan Bank, Woori Bank e KB Kookmin Bank. Per aprire il conto sarà poi necessario portarti dietro il passaporto, il tuo Alien Registration Card e potrebbe essere utile avere anche una carta di credito. A tal proposito potresti pensare di utilizzare la carta Revolut così da avere basse spese di commissioni all’estero.

Consigli per trovare casa con il visto Working Holiday Corea del sud

Il secondo passo importante è trovare una casa. Chiaramente per i primi giorni puoi valutare un ostello o una camera d’albergo, questo ti permetterà anche di fare amicizia e legare con altre persone che potrebbero poi aiutarti. Per la ricerca dell’alloggio invece potrai decidere tra stanze in condivisione, case-studio e appartamenti. La maggior parte di questi comunque richiedono un deposito di sicurezza, che varia da un mese a tre mesi di affitto. Ad ogni modo i siti web più popolari per trovare un alloggio sono Zigbang, Dabang e Craiglist. Se invece preferisci evitare di cercare online o vuoi rendere la pratica più veloce, puoi anche visitare le agenzie immobiliari locali.

Come trovare lavoro in Corea del sud con il Working Holiday Visa?

Una volta sistemati il conto bancario e l’alloggio, è importante trovare un lavoro. Chiaramente gran parte di questi richiederanno un alto livello di competenza linguistica in coreano ma questo non deve scoraggiarti. Essendo in un paese straniero è normale che la lingua locale sia richiesta, ma esistono ugualmente tanti settori dove è richiesto esclusivamente un buon livello di inglese. Tra questi troviamo lavori come insegnanti di inglese, traduttori, interpreti e operatori di call center. Allo stesso modo potresti pensare di fare da accompagnatore a viaggi di gruppo, lavorare come receptionist in hotel, fare il runner oppure lavorare in aziende internazionali dove la comunicazione avviene strettamente in inglese.

Per trovare lavoro, puoi utilizzare siti web come WorknPlay, Craigslist e Korea Job Finder. Inoltre, puoi anche utilizzare i social network come LinkedIn e Facebook per connetterti con altri professionisti del tuo settore.

Ottenere una scheda SIM

Una volta sistemati il conto bancario, l’alloggio e il lavoro, è importante ottenere una scheda SIM per il tuo telefono cellulare. Ci sono molte compagnie telefoniche in Corea del Sud, come KT, SK Telecom e LG Uplus, che offrono pacchetti di servizi per gli stranieri.

Quali città sono consigliate per viverci?

La Corea del Sud ha molte città interessanti da scoprire, ma le città più popolari tra gli stranieri sono Seul, Busan, Daegu e Daejeon. Seul è la capitale e la città più grande della Corea del Sud, ed è considerata una delle città più vivaci e moderne dell’Asia. Qui si trovano molte opportunità di lavoro e di divertimento, ma anche il costo della vita è piuttosto elevato rispetto ad altre città della Corea del Sud.

Busan è la seconda città più grande della Corea del Sud ed è famosa per le sue spiagge, i suoi ristoranti di pesce e il suo porto. Qui si può godere di una vita più rilassata rispetto a Seul, ma comunque con molte opportunità di lavoro e di svago.

Daegu e Daejeon sono città più piccole, ma comunque molto vivaci e dinamiche. Qui si possono trovare molte opportunità di lavoro nel settore dell’istruzione e della tecnologia.


Direi che ora non ci sono più dubbi, non perdere quindi altro tempo, fai la richiesta del visto Corea del sud e parti per questa incredibile avventura!