Vivere a Hong Kong: pro e contro

La contraddizione in questa città è la norma, e tra un sistema urbano denso e una cultura asiatica ancora forte, scopri com’è vivere a Hong Kong.

Hong Kong è una città che divide, affascina, sconcerta. Una metropoli sospesa tra modernità e tradizione, tra la verticalità dei grattacieli e la spiritualità dei templi taoisti, tra il dinamismo di un centro finanziario globale e la quiete inaspettata dei suoi parchi e delle sue isole. 

Vivere a Hong Kong non è quindi una scelta da prendere alla leggera, ma per chi cerca una vita stimolante, multiculturale e con infinite opportunità di crescita personale e professionale, può rivelarsi un’avventura entusiasmante.

Analizziamo pro e contro.

Cosa significa vivere ad Hong Kong

Vivere a Hong Kong: pro e contro

Vivere a Hong Kong significa entrare in uno dei sistemi urbani più densi al mondo. Con oltre 7 milioni di abitanti concentrati in uno spazio relativamente piccolo, l’impatto iniziale può essere travolgente. I palazzi si arrampicano verso il cielo, le strade sono un flusso continuo di persone, mezzi e insegne al neon.

Lo spazio è prezioso e raramente abbondante: gli appartamenti sono spesso molto piccoli rispetto agli standard europei, e i costi degli affitti possono essere proibitivi, soprattutto sull’isola principale o nei quartieri più centrali come Central, Wan Chai o Causeway Bay. Tuttavia, la qualità dei servizi, la sicurezza e l’efficienza dei trasporti pubblici, uno dei migliori al mondo, rendono la vita quotidiana sorprendentemente comoda.

Scopri le esperienze più tipiche da fare ad Hong Kong!

Passato e futuro: le contraddizioni di Hong Kong

Vivere a Hong Kong: pro e contro

Hong Kong rimane una città in cui la contraddizione è norma. Da una parte è uno dei centri economici e finanziari più avanzati, sede di grandi multinazionali e hub per start-up innovative. Dall’altra, conserva un’anima profondamente asiatica, dove la medicina tradizionale convive con la chirurgia estetica, dove si celebrano il Capodanno cinese con la stessa solennità con cui si organizza il Black Friday. È anche una città profondamente stratificata, dove le disparità economiche sono molto visibili e la pressione sociale, in termini di carriera, successo e stile di vita, può diventare intensa.

Nonostante tutto questo, la città è anche sorprendentemente verde. Oltre il 40% del suo territorio è composto da riserve naturali, montagne, sentieri e spiagge. Escursioni come il Dragon’s Back offrono panorami mozzafiato sull’oceano e sulle baie nascoste, mentre isole come Lantau, Lamma o Cheung Chau, sono oasi di tranquillità raggiungibili in meno di un’ora di traghetto. Hong Kong è quindi uno di quei luoghi in cui puoi iniziare la giornata con una riunione in un grattacielo di vetro e finirla mangiando noodles in una baracca di legno sul mare.

Working holiday e student visa per chi vuole vivere ad Hong Kong per un breve periodo

Se desideri trasferirti ma non hai ancora un contratto di lavoro, esistono due ottimi modi per iniziare: iscriversi a un corso di inglese o sfruttare il programma Working Holiday Visa. Quest’ultimo, attivo tra Hong Kong e alcuni Paesi europei (Italia inclusa), permette ai giovani tra i 18 e i 30 anni di vivere nella città fino a un anno, potendo lavorare legalmente per mantenersi. È una formula ideale per testare la vita nella metropoli, fare esperienza, migliorare la lingua e capire se davvero fa per te.

Un’altra possibilità è seguire un corso di lingua o business english presso le numerose scuole internazionali presenti in città. Studiare inglese a Hong Kong può sembrare curioso, essendo il cantonese la lingua madre, ma il bilinguismo è diffuso e molti insegnanti sono madrelingua.

Trova altre destinazioni dove studiare inglese!

Quando andare ad Hong Kong

Dal punto di vista del clima, il periodo migliore per trasferirsi a Hong Kong è tra ottobre e marzo. In questi mesi, le temperature sono più fresche e gradevoli, tra i 18° e i 25°C, e l’umidità è meno opprimente rispetto all’estate.

Tra maggio e settembre, infatti, l’aria diventa molto umida, con picchi di oltre il 90%, e il caldo può risultare estenuante. Non è raro, inoltre, che si verifichino tifoni tropicali, che possono portare a blocchi temporanei del trasporto pubblico o delle attività lavorative. Anche per questo motivo, partire nei mesi autunnali o invernali è spesso preferibile: il clima è più clemente, gli eventi culturali abbondano (come il Capodanno lunare o l’Art Basel), e le opportunità lavorative riprendono dopo la pausa estiva.

Vuoi conoscere la storia di Hong Kong e i piatti tipici? Allora leggi questi articoli!

Cosa vedere ad Hong Kong

Vivere a Hong Kong: pro e contro

I luoghi d’interesse sono numerosi e affascinanti: Victoria Peak offre la vista panoramica più iconica sulla skyline della città, mentre il quartiere di Tsim Sha Tsui, a Kowloon, regala uno spaccato più autentico e popolare della vita locale.

I templi di Wong Tai Sin o Man Mo sono perfetti per immergersi nella spiritualità cinese, mentre i mercati notturni, come quello di Temple Street, restituiscono tutta l’energia della città. I musei, le gallerie d’arte, i bar sul tetto dei grattacieli e la gastronomia variegata, dalla cucina cantonese ai piatti giapponesi, coreani o internazionali, completano l’offerta culturale e sensoriale di una metropoli che non dorme mai.

Se vuoi approfondire il discorso su cosa vedere ad Hong Kong, leggi questo articolo.

I contro di vivere a Hong Kong

Vivere a Hong Kong, tuttavia, significa anche fare i conti con alcuni aspetti meno idilliaci. Come detto poco fa, il costo della vita è alto, soprattutto per l’alloggio. Anche la pressione lavorativa può essere intensa: la cultura del lavoro tende ad essere competitiva, e i ritmi non sempre sono compatibili con una work-life balance rilassata.

La sovrappopolazione porta con sé anche una certa mancanza di privacy e di spazio personale, soprattutto se si vive in zone centrali. Tuttavia, per molti expat, questi aspetti vengono bilanciati dalla qualità dei servizi, dalla sicurezza (Hong Kong è una delle città più sicure al mondo), dalla dinamicità e dall’offerta culturale.

Dove vivere a Hong Kong e quanto costa

Tra le aree più ambite dai ci sono sicuramente Sheung Wan, Sai Ying Pun e Kennedy Town, sulla costa nord di Hong Kong Island. Questi quartieri offrono una combinazione perfetta di modernità e vita locale, con caffetterie minimaliste, ristoranti internazionali, studi di yoga, coworking e piccoli mercati tradizionali. Le stazioni della MTR, la metropolitana cittadina, rendono ogni spostamento estremamente semplice, mentre l’atmosfera internazionale li rende molto popolari tra chi arriva da fuori. I costi, però, riflettono la richiesta elevata: per un appartamento con una sola camera si parte dai 15.000 fino a 25.000 HKD al mese (circa 1.750–2.900 euro).

Se invece desideri una vita più autentica e con un budget contenuto puoi orientarti verso Kowloon, l’altra grande area urbana della città. In quartieri come Sham Shui Po, Yau Ma Tei o Kowloon City, il costo della vita scende sensibilmente. Queste zone conservano un’anima profondamente locale, con mercati di strada, templi e una vita notturna meno turistica ma affascinante. Per un bilocale in queste aree si può spendere tra gli 8.000 e i 15.000 HKD al mese (circa 950–1.750 euro).

Tutelarsi durante la propria esperienza

Un elemento fondamentale da considerare, se ci si trasferisce per qualche mese o per un periodo più lungo, è poi la copertura sanitaria. E’ infatti essenziale partire con un’assicurazione sanitaria internazionale che copra sia le spese mediche, sia eventuali imprevisti.

La Cap Working holiday o la Cap Student di Chapka sono due soluzioni ideali per chi si trasferisce all’estero, anche per periodi medio-lunghi. Offrono una copertura completa per spese mediche (ospedali, visite specialistiche, farmaci), assistenza 24/7 e copertura in caso di rimpatrio o emergenze. È una sicurezza in più per affrontare la quotidianità con serenità, soprattutto in un contesto nuovo, multiculturale e dinamico come quello di Hong Kong. Inoltre, è possibile sottoscriverle in modo flessibile e 100% online, adattandole alle proprie esigenze di durata e budget.

In conclusione vivere a Hong Kong non è per tutti, ma per chi cerca una città che stimoli, che metta alla prova, che insegni qualcosa ogni giorno, può diventare un’esperienza unica. È un luogo dove le contraddizioni convivono, dove il passato e il futuro si sfiorano continuamente, e dove anche chi arriva da lontano può trovare una nuova definizione di casa.

Viaggio in Nuova Zelanda: 3 itinerari tra isola nord e sud

Scopri gli itinerari migliori, come spostarti e quando organizzare un viaggio in Nuova Zelanda, tra natura, laghi, trekking, spiagge e cultura maori!

La Nuova Zelanda è uno di quei luoghi che sembrano usciti da un sogno. Paesaggi che passano dal verde intenso delle foreste alle vette innevate, spiagge dorate, vulcani attivi, laghi cristallini e una cultura maori profondamente viva.

Ma da dove cominciare per esplorare questo meraviglioso angolo del mondo? Che tu abbia pochi giorni o diverse settimane, ecco tre itinerari ideali: uno dedicato all’Isola del Nord, uno all’Isola del Sud e uno che unisce entrambe per un’esperienza completa.

Viaggio in Nuova Zelanda: itinerario isola del nord

Viaggio in Nuova Zelanda 3 itinerari tra isola nord e sud

L’Isola del Nord è il cuore culturale della Nuova Zelanda. Un itinerario di 10 giorni permette poi di esplorarla con tranquillità, partendo da Auckland, la città più grande del paese, che è vivace, moderna e circondata da baie e isole come Waiheke e vulcani spenti. Questa città infatti è il punto di partenza perfetto per scoprire le bellezze naturali del nord come Paihia, Capo Reinga e Whangarei.

Proseguendo verso sud invece, la Bay of Islands regala panorami marittimi mozzafiato e l’opportunità di osservare delfini e balene. 

Per gli appassionati del signore degli anelli una tappa immancabile è poi l’Hobbiton movie set vicino Hamilton, così come le grotte ricche di lucciole delle Waitomo Glowworm Caves.

Proseguiamo alla volta di Rotorua, con le sue sorgenti termali fumanti e pozze di fango ribollente. Si tratta infatti di uno dei luoghi più affascinanti e offre anche un’immersione autentica nella cultura maori, grazie ai villaggi tradizionali.

Arriviamo così a Taupo, con il suo enorme lago e l’Huka Falls, prima di raggiungere il Tongariro National Park. Qui si può percorrere il celebre Tongariro Alpine Crossing, uno dei trekking giornalieri più belli del mondo, tra crateri vulcanici e laghi color smeraldo. Infine, si arriva a Wellington, la capitale creativa del paese, affacciata su una splendida baia e con un museo imperdibile: il Te Papa.

Vuoi saperne di più sulla cultura maori in Nuova Zelanda? Allora leggi questo articolo 

Itinerario isola del sud

Viaggio in Nuova Zelanda 3 itinerari tra isola nord e sud

L’Isola del Sud è un paradiso per gli amanti della natura incontaminata e dei grandi spazi, e considerando le distanze più lunghe rispetto all’isola del nord, consigliamo almeno 12 giorni. L’ideale è iniziare da Christchurch, la città più importante dell’isola e con anche l’aeroporto maggiormente servito.

Il primo impatto con la natura neozelandese si ha poi nella zona di Lake Tekapo, con le sue acque turchesi e il cielo stellato tra i più limpidi del mondo. Da lì si prosegue verso il Mount Cook National Park, dove il paesaggio alpino è semplicemente straordinario. I ghiacciai, le vette imponenti e i sentieri ben segnati, rendono l’esperienza unica.

Queenstown è la tappa successiva, considerata la capitale dell’avventura: tra bungee jumping, paracadutismo, rafting o dove fare semplicemente una gita in barca sul lago Wakatipu. Poco distante si trova anche Milford Sound, un fiordo spettacolare che si esplora in barca o in kayak, immersi in cascate, pareti verticali e foche che si riposano al sole.

Proseguendo verso nord lungo la costa occidentale, si incontrano poi i ghiacciai di Franz Josef e Fox, prima di raggiungere la zona di Punakaiki, famosa per le Pancake Rocks. L’itinerario può terminare a Nelson, porta d’accesso al Parco Nazionale di Abel Tasman, dove si possono fare trekking o giri in barca tra spiagge dorate e acque cristalline.

Scopri i piatti tipici della Nuova Zelanda da assaggiare durante il tuo viaggio qui!

Viaggio in Nuova Zelanda: itinerario completo

Viaggio in Nuova Zelanda 3 itinerari tra isola nord e sud

Per chi ha almeno 3 settimane a disposizione, l’ideale è combinare l’isola del nord e del sud in un unico viaggio che permetta di cogliere tutte le sfumature della Nuova Zelanda. L’itinerario può iniziare da Auckland e seguire le tappe principali dell’Isola del Nord: Rotorua, Taupo, il trekking nel Tongariro e Wellington.

Da lì ci si imbarca sul traghetto che collega la capitale con Picton, attraversando lo spettacolare Marlborough Sound. L’Isola del Sud comincia quindi con il Parco di Abel Tasman, proseguendo poi verso la costa ovest, con le sue spiagge selvagge, i ghiacciai e i villaggi remoti.

Attraversando le Alpi meridionali, si raggiunge Queenstown, con sosta obbligata a Wanaka, cittadina pittoresca affacciata su un lago tranquillo. Il viaggio può poi proseguire verso Milford Sound e terminare dopo una tappa al Mount Cook, a Christchurch, per il volo di rientro.

Quando fare un viaggio in Nuova Zelanda

Il clima in Nuova Zelanda è invertito rispetto all’Europa, quindi le stagioni calde vanno da novembre a marzo. Questo è il periodo ideale per viaggiare, specialmente per chi vuole fare trekking, campeggiare o semplicemente godersi le giornate più lunghe. L’inverno (giugno-agosto) è perfetto per chi cerca invece la neve, soprattutto nell’isola del sud dove le temperature e il clima sono più rigidi. 

Come spostarsi in Nuova Zelanda

Per quanto riguarda gli spostamenti, entrambe le isole sono facilmente percorribili in auto o in camper, la differenza la fa se vuoi risparmiare, quale tipologia di alloggio preferisci tra hotel e camping e come vuoi vivere l’esperienza, se con più comodità o in modo più wild. Riguardo invece le distanze, sono più gestibili nell’isola del nord perché l’isola del sud richiede più ore di percorrenza tra una tappa e l’altra. La manutenzione delle strade è invece ottima in entrambe le isole.

Scopri i luoghi naturali più belli della Nuova Zelanda in questo articolo 

L’importanza dell’assicurazione in un viaggio in Nuova Zelanda

Viaggiare in Nuova Zelanda significa vivere la natura in modo attivo: escursioni, attività outdoor, lunghi spostamenti e spesso zone remote. Per questo è fondamentale partire con un’assicurazione affidabile. Se si tratta di una vacanza, la Cap Assistenza di Chapka è l’opzione perfetta: copre spese mediche, assistenza h24 e anche imprevisti o rimpatri.

Se invece hai intenzione di trasferirti in Nuova Zelanda con un visto Working Holiday, è ancora più importante avere una copertura completa. In questo caso, la soluzione giusta è la Cap Working Holiday, pensata proprio per chi vive e lavora all’estero con questo visto. Oltre quindi a tutelarti durante la tua permanenza nel paese, ti coprirà anche durante i tuoi viaggi.

Vuoi più informazioni riguardo al working holiday visa in Nuova Zelanda? Leggi allora questo articolo 

In conclusione un viaggio in Nuova Zelanda non è solo una vacanza, ma un’esperienza profonda a contatto con una natura potente e con una cultura ricca e rispettosa dell’ambiente. Che tu scelga l’isola del nord, del sud o entrambe, preparati a vivere un’avventura indimenticabile.

Lavorare in Australia per il rinnovo del visto come barista

Desideri lavorare in Australia senza fare le farm per il rinnovo del visto? Leggi la storia di Alessandra e scopri dove e come fare!

Se sogni di prolungare la tua avventura australiana senza dover affrontare le fatiche del lavoro in farm, c’è un’alternativa tutta da scoprire: lavorare nella ristorazione in aree regionali idonee per il rinnovo del visto. Una di queste zone è Airlie Beach, il cuore delle Whitsundays, uno dei luoghi più belli e rilassati d’Australia.

Per avere quindi uno sguardo più da vicino riguardo questa possibilità, quanto sia diversa rispetto alle farm e come sia lavorare in Australia, ne abbiamo parlato con Alessandra, una ragazza italiana che sta vivendo proprio questa esperienza.

Ciao Alessandra! Iniziamo subito: a che punto sei con il tuo percorso in Australia?

Ciao! Attualmente sono al secondo Working Holiday Visa (WHV). Il primo anno l’ho trascorso prima lavorando a Sydney per 6 mesi, dopo di che mi sono spostata in aree rurali per fare le farm. E’ stata un’esperienza molto bella perchè ho conosciuto tantissime persone, ma anche molto dura sia fisicamente che mentalmente. Per questo motivo ho scelto di vivermi questo secondo anno in modo diverso, scegliendo  una strada diversa.

Scopri come ottenere il 3° anno di working holiday visa in Australia qui!

Hai quindi deciso di evitare le farm: come mai e che alternativa hai trovato?

Esatto. Dopo aver ottenuto il secondo visto, ho deciso che non volevo ripetere l’esperienza massacrante delle farm. Per fortuna, da qualche anno per lavorare in Australia e rinnovare il visto ci sono altre opzioni: perchè si può lavorare nella ristorazione in determinate zone regionali che  soddisfano i requisiti per il governo. Airlie Beach rientra quindi tra queste, così mi sono trasferita qui e ora lavoro come barista.

Hai altre domande sul working holiday visa in Australia? Leggi i dubbi più frequenti in questo articolo!

Da quanto tempo sei ad Airlie Beach?

Lavorare in Australia per il rinnovo del visto come barista

Sono arrivata qui circa quattro mesi fa. Subito mi sono innamorata dell’atmosfera rilassata, dei dintorni incredibili e del fatto che, pur essendo una piccola cittadina, è molto viva grazie al turismo.

Chiaramente essendo una cittadina piccola e che lavora molto in stagione, le opportunità di lavoro non sono sempre alte, oltre a questo non è sempre detto che i datori di lavoro ti facciano lavorare il minimo di ore per conteggiare 7 giorni su 7 per il rinnovo. Ci vuole quindi pazienza, un pò di fortuna e arrivare al momento giusto, ovvero prima che inizi l’alta stagione, quando la maggior parte delle attività aumentano il personale. 

Quante ore lavori e com’è il tuo ritmo settimanale?

Lavorare in Australia per il rinnovo del visto come barista

Lavoro tra le 30 e le 35 ore a settimana, dipende se ci sono eventi o festività di mezzo. Il mio orario è poi abbastanza regolare: faccio soprattutto turni di mattina e pranzo, e raramente lavoro la sera. Questo mi lascia molto tempo libero per esplorare i dintorni e godermi la vita qui. Ho poi due giorni liberi in cui staccare completamente. 

Cosa ti piace fare nel tempo libero ad Airlie Beach?

Di tutto! Qui puoi rilassarti in spiaggia, fare escursioni nei parchi nazionali vicini, o partecipare a gite in barca verso le Whitsundays. Uno dei miei posti preferiti è poi Whitehaven Beach: l’acqua è cristallina, la sabbia bianchissima e il mondo sottomarino un vero spettacolo.

La sera ad Airlie beach invece è tranquilla, si anima però nel weekend, tra feste e musica dal vivo nei locali.

Leggi cosa vedere in Australia lungo la costa est!

Parlaci delle differenze tra lavoro in farm e lavoro nella ristorazione

Sono due mondi completamente diversi. Lavorare in Australia in farm è stato molto pesante: sveglia all’alba, lavori fisici intensi sotto il sole o sotto la pioggia. Inoltre, vivere in zone super remote è stato per me impattante. Nei centri cittadini c’è giusto il supermercato, un bar e poco più, quindi anche nel tempo libero è difficile fare qualcosa. Le distanze immense poi rispetto a qualsiasi altri luogo interessante, ti fanno anche passare la voglia di girare ed esplorare.

Qui ad Airlie Beach, invece, il lavoro è più leggero fisicamente, l’ambiente è molto più dinamico e sociale, e il luogo stesso ti mette di buon umore. Anche lo stipendio è buono: spesso si hanno anche mance, cosa che nelle farm ovviamente non succede.

Hai qualche consiglio per chi, come te, vorrebbe evitare le farm per il rinnovo del WHV?

Lavorare in Australia per il rinnovo del visto come barista

Assolutamente sì! Prima di tutto, informatevi bene sulle aree regionali idonee, non tutti i posti vanno bene. Ad esempio, lavorare a Sydney o Melbourne nella ristorazione non conta per il rinnovo, mentre in luoghi come Airlie Beach, Cairns o alcune zone del Northern Territory sì.
Poi, cercate di ottenere un certificato RSA (Responsible Service of Alcohol) se volete lavorare nei bar: è obbligatorio in quasi tutta l’Australia per servire alcolici.

E infine, studiate bene la stagionalità del luogo scegliendo con cura quando andare, come dicevo prima queste località rimangono comunque piccole quindi la richiesta non è altissima. Tenete inoltre conto che come voi, tantissime altre persone vogliono evitare le farm, quindi ecco, non sarete i soli ad aver fatto questo ragionamento. Preparati ad un pò di competitività e sicuramente avere esperienze pregresse nella ristorazione ti farà guadagnare molti più punti agli occhi dei datori di lavoro. 

Come vedi il resto del tuo secondo anno? Hai già altri piani?

Per ora voglio godermi ancora un po’ Airlie Beach, anche perchè di 4 mesi qua, solo 3 mesi posso contarli per il rinnovo del visto. Però magari tra qualche mese mi sposterò in un’altra cittadina costiera per esplorare ancora di più il Queensland, mi ispira Port Douglas, ma sempre lavorando nella ristorazione

Alla fine, il bello del Working Holiday Visa è proprio questo: la libertà di viaggiare e lavorare dove vuoi!

L’importanza dell’assicurazione: tu ce l’hai?

Quando si decide di trasferirsi in Australia con un Working Holiday Visa, le spese iniziali sono tante, il volo costa, così come il visto e i primi tempi senza lavorare. La tentazione di risparmiare su spese non indispensabili è quindi forte, ma l’assicurazione di viaggio non è un costo da tagliare, anzi, è un investimento sulla propria serenità.

Lavorare in Australia per il rinnovo del visto come barista

Per esempio ora lavorando come barista mi è capitato di farmi una bella scottatura e così sono andata a farmi medicare da una guardia medica. In questo caso io ero coperta e l’importo non era alto, ma le spese mediche in Australia possono essere estremamente elevate, una semplice visita al pronto soccorso può costare centinaia di dollari, senza contare eventuali ricoveri o interventi d’emergenza. 

Quindi io consiglio vivamente l’assicurazione CAP Working Holiday di Chapka. È un’assicurazione specificamente pensata per questo visto e offre una copertura completa per spese mediche, assistenza 24/7 in italiano e tanto altro.

In conclusione l’esperienza di Alessandra dimostra che lavorare in Australia per il rinnovo del Working Holiday Visa non deve necessariamente passare per mesi estenuanti nelle farm. Con un po’ di pianificazione e flessibilità, è possibile trovare lavori alternativi che permettono di vivere appieno il sogno australiano.
Se stai pensando di seguire le sue orme, ricordati di controllare sempre le ultime regole del governo australiano (che possono cambiare) e preparati a vivere un’esperienza unica tra lavoro, avventura e natura mozzafiato!

Miniere in Australia: come funziona, pro e contro

Scopriamo com’è vivere e lavorare nelle miniere in Australia con il sistema Fly In e Fly Out, grazie ai racconti di Marcello.

Lavorare nelle miniere australiane è un’esperienza molto particolare, spesso associata a salari elevati e condizioni di lavoro intense. Per capire quindi meglio cosa significa lavorare in questo settore, abbiamo intervistato Marcello, un italiano che ha deciso di intraprendere questa avventura.

Ciao Marcello! Iniziamo dal principio: con che visto sei in Australia e da quanto tempo sei qui?

Miniere in Australia: come funziona, pro e contro

Ciao! Sono in Australia con un visto Working Holiday, che mi permette di lavorare e viaggiare per un anno, con la possibilità di estenderlo se si soddisfano determinati requisiti. Io sono qui da circa otto mesi e ho deciso di provare l’esperienza nelle miniere per guadagnare bene in poco tempo.

Leggi questo articolo su come ottenere il 3° visto per l’Australia!

Come mai hai scelto di lavorare nelle miniere in Australia?

Principalmente per il guadagno. Lavorare nelle miniere permette di mettere da parte molti soldi in poco tempo, visto che il vitto e l’alloggio sono inclusi. Inoltre, il sistema di lavoro “Fly In Fly Out” mi permette di lavorare per un periodo e poi avere settimane di riposo, ideali perché desidero viaggiare.

Scopri cosa vedere lungo la costa est dell’Australia in questo articolo!

Come funziona il sistema di Fly In Fly Out?

Le miniere si trovano spesso in zone remote, quindi i lavoratori vengono trasportati in aereo o pullman, dipende, fino al sito minerario, dove rimangono per uno, due o massimo tre settimane. Durante questo periodo si lavora senza giorni liberi, con turni di 10-12 ore. Alla fine dello slot, si viene riportati in città. Se poi ci si vuole prenotare per un altro slot, d’obbligo c’è una settimana di riposo completamente libera.

Spesso la città di partenza per le miniere è Perth, trovi qui un approfondimento su cosa vedere in città.

Come sono strutturati i turni di lavoro?

I turni possono essere diurni o notturni e sono molto intensi. Gli orari possono cambiare da miniera a miniera, però per esempio dove sono io si lavora dalle 6 del mattino alle 6 di sera, o viceversa. Le pause sono prestabilite e bisogna essere molto disciplinati.

Quanto si guadagna lavorando nelle miniere in Australia?

Dipende molto dal ruolo e dall’esperienza. Per lavori meno specializzati come la pulizia, il bar o la cucina, si parte da circa 35-40 dollari all’ora. Se si lavora fuori, ad esempio nei ruoli operativi più pesanti, lo stipendio può arrivare anche a 60-70$ fino a i 100 dollari all’ora per chi si trova proprio all’interno della miniera. Considerando che si lavora 10-12 ore al giorno, la paga settimanale può superare facilmente i 3000 dollari australiani netti.

Come funziona per mangiare e dormire?

Il vitto e l’alloggio sono completamente gratuiti, perché accanto alla miniera, vengono costruiti dei veri e propri residence con tutto l’essenziale, dalle sale ricreative, a quelle da pranzo, fino al reparto notte. Le camere sono poi semplici ma confortevoli, spesso singole con bagno privato. Ci sono poi mense ben fornite con buffet vari, che comprendono piatti di ogni tipo, dalle colazioni abbondanti ai pasti completi.

Ci sono servizi extra nella residenza?

Sì, molte miniere offrono ottimi servizi ai lavoratori. Ci sono palestre, piscine, campi da basket e persino cinema. Ovviamente, tutto dipende dalla miniera in cui si lavora, ma in generale cercano di rendere il soggiorno il più confortevole possibile.

Come funziona la richiesta per lavorare nelle miniere in Australia?

Si fa tutto tramite app. Ci sono diverse agenzie che gestiscono il personale delle miniere e, una volta registrati, si possono scegliere gli slot di lavoro disponibili. Le miniere selezionano poi i candidati in base all’esperienza e alle necessità del momento.

C’è un processo di selezione particolare?

Sì, bisogna superare una visita medica obbligatoria per verificare che si sia idonei a lavorare in condizioni difficili. Inoltre, bisogna ottenere alcuni certificati specifici, come quelli sulla sicurezza sul lavoro. Ad ogni modo il processo di selezione è un pò lungo e purtroppo non è scontato riuscire a passare le selezioni. Conosco amici che da mesi tentano di entrare senza risultati. Il mio consiglio quindi, è quello di pensare sempre ad un piano B e non arrivare in Australia con la certezza di fare le miniere, altrimenti si rischia di rimanere delusi.

Quali sono le mansioni disponibili?

Ci sono diversi ruoli, sia all’interno della residenza che fuori. Chi lavora all’interno si occupa di pulizie, cucina, lavanderia o del servizio bar. Chi lavora fuori si occupa invece della manutenzione, della movimentazione della terra o di altri lavori più faticosi e rischiosi.

Com’è lavorare fuori, in miniera?

Miniere in Australia: come funziona, pro e contro

Molto duro. Si lavora sotto il sole cocente o con temperature rigide, a seconda della stagione. Il lavoro fisico è intenso e bisogna sempre rispettare le rigide norme di sicurezza. Però, è anche il lavoro che paga di più.

Sei assicurato per il tuo soggiorno in Australia?

Sì, a prescindere dal lavoro che sto facendo per cui è importantissima, è sempre bene partire per un’esperienza in Australia tutelati. Io ho scelto la CAP Working Holiday di Chapka, che è proprio su misura per questo tipo di visto, infatti è pensata per chi viaggia e lavora all’estero. 

Per quanto tempo pensi di fare questo lavoro?

Non per molto, probabilmente ancora qualche mese. Il mio obiettivo è mettere da parte abbastanza soldi per viaggiare e poi decidere cosa fare in futuro.

Leggi anche: trasferirsi in Australia quali visti ed opportunità ci sono

Consiglieresti questa esperienza?

Sì, ma solo se si è pronti a lavorare duramente. Non è per tutti, ma se si riesce a resistere per qualche mese, il guadagno ne vale la pena!

In conclusione, lavorare nelle miniere australiane è un’opportunità che può offrire grandi vantaggi economici, ma è anche una sfida fisica e mentale. Il sistema Fly In Fly Out permette di alternare periodi di lavoro intenso a settimane di riposo, il che può essere ideale per chi vuole viaggiare o risparmiare velocemente. I salari sono alti, soprattutto per chi accetta lavori più faticosi, e il vitto e l’alloggio gratuito permettono di accumulare risparmi considerevoli. Tuttavia, è un lavoro che richiede resistenza, disciplina e determinazione. Se si è pronti a impegnarsi, può essere un’esperienza formativa, sia a livello professionale che personale.

Ringraziamo Marcello per la sua testimonianza!