3 anni in Australia con il Working Holiday Visa: intervista
Leggi la testimonianza di Marcello sulla sua esperienza di 3 anni in Australia con il working holiday visa, tra difficoltà e bei momenti.
Vivere e lavorare all’estero è il sogno di molti, ma trasformarlo in realtà richiede coraggio, organizzazione e un pizzico di incoscienza positiva. Marcello ha 29 anni, ha lasciato l’Italia tre anni fa per volare in Australia con un Working Holiday Visa e oggi ci racconta la sua esperienza.
Tra farm, città cosmopolite e piccole comunità del countryside, la sua storia è un esempio di come un viaggio di lavoro possa diventare un percorso di crescita personale.
Ciao Marcello, come mai hai scelto l’Australia?
Avevo voglia di staccare dalla routine italiana e cercavo un paese che mi desse opportunità concrete. L’Australia mi è sembrata perfetta: clima piacevole, natura incredibile e la possibilità di viaggiare lavorando grazie al Working Holiday Visa. Non volevo infatti per questa esperienza fare solo il turista, ma mettermi davvero alla prova, e qui ho trovato la combinazione giusta tra viaggio e lavoro.
Ovviamente, non partire per la tua esperienza in Australia senza una copertura che ti protegga in caso di problemi di salute, rientro anticipato e assistenza h24 in italiano. Scegli quindi la Cap working holiday di Chapka!
Dove hai vissuto in questi tre anni?
Sono partito da Sydney, che è stata la mia prima casa australiana, dopo di che mi sono trasferito nel Queensland per le farm, vicino a Bundaberg e a Bowen. Il secondo anno di working holiday visa l’ho iniziato invece a Melbourne, dove ho vissuto alcuni mesi e lavorato in ristorazione, per poi spostarmi a Mareeba, per fare i 6 mesi di lavoro per il rinnovo del visto.
Quest’ultimo anno invece lo sto trascorrendo a Byron Bay, tra surf, una bella e tranquilla atmosfera e ottimi amici.
Qua trovi un articolo che ti spiega come applicare per il working holiday visa!

Quanto è stato difficile fare gli 88 giorni di farm nel primo anno?
Il primo anno di working holiday visa non è stato così complicato, gli 88 giorni sono intensi, certo, ma brevi, ed erano il prezzo da pagare per avere il secondo anno. Lavoravo in una farm dove raccoglievo pomodori e zucchine, mi svegliavo all’alba, il lavoro era molto ripetitivo e il caldo, insopportabile. Fortuna che è durato poco.
La cosa bella infatti era che eravamo un bel gruppo di ragazzi, e questo rendeva tutto più sopportabile. Alla fine, l’ho visto come una sfida, e portarla a termine mi ha dato una grande soddisfazione.
E i 6 mesi di lavoro richiesti per il terzo anno?
Il secondo anno di working holiday visa è stato decisamente più tosto. Fare 6 mesi non è uno scherzo: significa stabilità, impegno e tanta pazienza. Ho lavorato in una farm di avocado e poi in una di meloni, entrambe a Mareeba.
Lì ho capito cosa significa veramente adattarsi: orari pesanti, poche comodità e una certa solitudine, perché non ho ritrovato la stessa atmosfera goliardica del primo anno. Non a caso mi ha fatto mettere in dubbio la richiesta del terzo visto, perché obiettivamente tra i tempi che si allungano, sono arrivato a farne 8 di mesi in farm, la fatica e l’essere in mezzo al niente per così tanto tempo, mi ha messo alla prova.
Com’è stato vivere nel countryside australiano?
Se fatto per poco tempo è un’esperienza unica. Sei circondato da paesaggi spettacolari, cieli stellati incredibili e una natura che ti fa sentire piccolo. La vita è semplice, scandita da ritmi lenti e una comunità molto unita. Però bisogna saper accettare la solitudine e le poche distrazioni. Dopo un po’ infatti per me è diventato monotono e pesante, e non vedevo l’ora di tornare alla vita sociale, agli stimoli e alle cose da fare.
Hai fatto il rinnovo del visto mentre eri già in Australia?
Sì, entrambi i rinnovi li ho fatti dall’interno del paese. È un po’ stressante perché ci sono tempi burocratici da rispettare e documenti da preparare con attenzione, ma alla fine è andato tutto bene. Il consiglio che darei è di essere sempre precisi con le prove del lavoro fatto, altrimenti rischi di ritardare o compromettere il rinnovo.

Dove ti trovi adesso?
In questo momento vivo a Byron bay. È un posto tranquillo, immerso nella natura, lontano dal caos delle grandi città, ma con eventi e cose da fare. Per quanto mi riguarda è l’equilibrio perfetto tra senso di pace e e dinamicità.
Cosa hai capito in questi tre anni?
Ho capito che l’adattabilità è la chiave. Non importa da dove vieni: se sai rimboccarti le maniche e affrontare le difficoltà, l’Australia ti ricompensa. Ho imparato anche a godermi la solitudine, a stare bene con me stesso e a non avere paura dei cambiamenti. Alla fine, partire è stata la decisione migliore che potessi prendere per crescere davvero.
Cosa ti manca dell’Italia?
Ovviamente la famiglia e gli amici, ma mi manca anche il cibo: la qualità, la varietà e soprattutto i sapori autentici. A volte mi manca anche la spontaneità della vita italiana, quella sensazione di calore che solo da noi esiste.
Quali sono i pro e i contro per te dell’Australia?
I pro sono tantissimi: stipendi buoni, natura mozzafiato, città moderne e sicure. Qui hai la possibilità di mettere da parte soldi anche con lavori semplici, cosa che in Italia è più complicata. I contro? Le distanze infinite, il costo della vita in alcune città e la lontananza dall’Europa. A volte senti davvero di essere dall’altra parte del mondo, letteralmente, e isolato da tutto.
Ti è piaciuto vivere nelle città australiane?
Sydney e Melbourne, quelle in cui ho vissuto, sono città straordinarie: multiculturalità, opportunità lavorative, eventi, vita notturna. C’è sempre qualcosa da fare e ti senti parte di una realtà internazionale. Però il ritmo è frenetico e il costo della vita è alto.
Le città australiane sono perfette per chi vuole stimoli continui, mentre il countryside è l’opposto: lì trovi calma e contatto con la natura. Credo che l’equilibrio stia proprio nel trovare quello che più funziona per noi.

Alla fine di questi 3 anni di working holiday visa cosa pensi di fare?
Sto valutando diverse opzioni, da un lato potrei fare richiesta per un altro visto, magari uno student visa, e restare ancora in Australia. Dall’altro sento però il bisogno di tornare un po’ in Italia, per riabbracciare la mia famiglia. Penso quindi che prima tornerò qualche mese a casa, mi chiarirò le idee, e poi chi lo sa, magari potrei valutare anche altri paesi. Come si intuisce, non ho le idee chiare.
La storia di Marcello è quella di un ragazzo che ha saputo trasformare un visto temporaneo in un’esperienza di vita che lo ha cambiato profondamente e il Working Holiday Visa è indubbiamente un’occasione per mettersi in gioco incredibile.
Se anche te quindi stai pensando di partire, lasciati ispirare dalle sue parole: l’Australia è un paese che ti mette alla prova, ma che sa anche regalarti panorami mozzafiato, esperienze indimenticabili e la possibilità di reinventarti.
Il primo passo è avere il coraggio di partire.

Canada coast to coast: un viaggio epico tra due oceani
Scopri come fare, quanti giorni dedicare e che budget considerare per attraversare il Canada coast to coast in auto o in treno!
Attraversare il Canada da costa a costa è molto più di un semplice viaggio: è un’esperienza che abbraccia l’immensità del Paese, dalla vibrante costa atlantica della Nuova Scozia, fino ai maestosi panorami del Pacifico in British Columbia.
Si tratta di un’avventura infatti che si snoda per oltre 6.000 km, attraverso paesaggi che mutano costantemente, città dinamiche e una natura che toglie il fiato.
Canada Coast to Coast: cosa vedere

Il punto di partenza ideale per un coast to coast in Canada è Halifax, in Nuova Scozia, una città portuale dall’atmosfera rilassata, perfetta per assaporare le prime ostriche fresche e respirare l’aria dell’Atlantico. Da qui, ci si dirige verso il Québec, attraversando il New Brunswick. La città di Québec e Montréal offrono poi una combinazione unica di charme europeo, cultura francofona e una scena gastronomica vivace.
Proseguendo verso l’Ontario, si incontrano Ottawa, la capitale, e l’iconica Toronto, metropoli cosmopolita affacciata sul Lago Ontario. A poca distanza poi ci sono le Cascate del Niagara, che rappresentano una sosta obbligata e che riempiono gli occhi di meraviglia.
Da qui inizia il cuore del viaggio, attraversando le prairie provinces: Manitoba, Saskatchewan e Alberta. Proseguendo si raggiungono Winnipeg e Regina che raccontano la storia dei pionieri, mentre Calgary introduce alle meraviglie delle Rocky Mountains. Qua infatti i parchi nazionali di Banff e Jasper, con i loro laghi turchesi e le vette innevate, sono tra i luoghi più fotogenici del viaggio.
Infine, si arriva sulla costa pacifica, attraversando l’entroterra della British Columbia fino a Vancouver, città moderna circondata da oceano e montagne ed è qui che il viaggio trova la sua perfetta conclusione.
Scopri di più sulla zona dei laghi in Canada in questo articolo!
Quanti chilometri e quanto tempo considerare
Un itinerario coast to coast in Canada misura circa 6.000 – 7.000 km, a seconda delle deviazioni e del punto di partenza. In auto, percorrendolo con calma e includendo almeno 10-12 soste principali, servono da 4 a 6 settimane per godersi pienamente il viaggio senza correre.
In treno invece il tragitto richiede meno tempo, ma l’esperienza sarà diversa: più rilassata e panoramica, ma con minor tappe.
Oltre ad un viaggio vuoi vivere un’esperienza in questo paese? Scopri le novità sul working holiday visa in Canada!
Canada Coast to Coast in treno

Il treno è un’opzione affascinante e sostenibile per attraversare il Canada. The Canadian, il celebre treno panoramico operato da VIA Rail, collega Toronto a Vancouver in circa 4 giorni e 4 notti. I vagoni con cupole panoramiche, le cabine letto e le ampie finestre offrono infatti viste incredibili su foreste, laghi, praterie e montagne. E’ un viaggio da fare almeno una volta nella vita.
Il viaggio in treno è poi perfetto se desideri vivere il Paese in modo lento, godendoti ogni dettaglio del paesaggio e anche se il percorso non copre tutte le regioni del Canada, è un’esperienza iconica e comoda, ideale se preferisci evitare la guida su lunghe distanze.
Ovviamente sarà poi possibile arricchire il tragitto fermandosi a tappe intermedie come Winnipeg, Edmonton o Jasper, prenotando segmenti separati o combinando tratte in treno con tratti in auto o autobus.
Canada Coast to coast in auto
Viaggiare in auto offre la libertà di fermarsi ovunque e scoprire luoghi meno battuti, come villaggi costieri, strade panoramiche secondarie e parchi poco frequentati. È la soluzione ideale se ami l’on the road classico, con playlist, mappe e snack a portata di mano.
Il Canada ha poi una rete stradale eccellente, ma va considerato che le distanze sono enormi e la guida può diventare molto faticosa. Molto dipende anche dal tempo disponibile e dallo stile di viaggio.
Quando fare il coast to coast canadese

Il periodo migliore per affrontare il Canada coast to coast è tra giugno e settembre, quando il clima è più favorevole e la maggior parte delle strade è completamente accessibile. Luglio e agosto sono infatti i mesi ideali per le attività all’aperto e i parchi nazionali, ma sono anche i mesi più affollati e costosi.
Se però ami il foliage, puoi optare per fine settembre/inizio ottobre, quando le foreste del Québec e dell’Ontario, si tingono di rosso e oro. In inverno, invece, molte tratte diventano difficili o impraticabili, soprattutto nelle regioni più remote o montuose.
Costi da considerare
I costi per un viaggio coast to coast in Canada variano molto a seconda del mezzo scelto, della durata e del tipo di sistemazioni. Indicativamente però considera:
- In auto:
- Noleggio auto: 1.000–2.000 CAD per 4 settimane
- Benzina: 600–900 CAD
- Alloggi economici: 80–150 CAD a notte
- Totale stimato: 5.000–7.000 CAD a persona
- In treno (VIA Rail):
- Posto in economy: da 550 CAD
- Cabina privata: da 2.000 a 4.000 CAD
- Pasti inclusi in alcune classi
- Alloggi e pasti extra durante le soste
- Totale stimato: 4.000–6.000 CAD a persona
Naturalmente, si può risparmiare scegliendo ostelli, campeggi o viaggiando in van attrezzato.
Vuoi conoscere i piatti tipici del Canada da provare durante il tuo viaggio? Allora leggi questo articolo dedicato!
L’importanza dell’assicurazione: viaggiare sereni da costa a costa
Un viaggio così lungo e variegato comporta imprevisti: condizioni meteo che cambiano, problemi di salute che possono insorgere o spese impreviste. Per questo motivo, è essenziale partire con una buona assicurazione di viaggio.
La polizza Cap Assistenza di Chapka è pensata infatti per coprire tutti i tipi di viaggiatori, offrendo assistenza sanitaria 24/7, rimborso spese mediche, supporto in caso di problemi e rientro anticipato. È quindi una soluzione perfetta se vuoi affrontare in tranquillità un itinerario lungo come il coast to coast canadese.
Un viaggio che resta dentro
In conclusione che tu scelga l’auto o il treno, il coast to coast canadese è un viaggio che ti cambia. Ogni tappa regala emozioni diverse: la natura immensa, l’incontro con culture indigene, l’accoglienza delle grandi città e quella sensazione unica di attraversare un intero continente. Una linea che unisce due oceani… e una parte nuova di te.
Dove fare le farm in Australia: consigli e informazioni
Scopri di più sul mondo delle farm in Australia: dove è meglio farle, in quale periodo, e cosa aspettarsi da questa esperienza.
Il Working Holiday Visa rappresenta per molti giovani viaggiatori un’opportunità incredibile per esplorare l’Australia, lavorare e immergersi nella cultura locale.
Per prolungare però questo visto, è necessario svolgere 88 giorni di lavoro specifico durante il 1° anno, e 6 mesi nel secondo per ottenere il 3° e ultimo visto. Le farm jobs sono quindi una tappa fondamentale per chi desidera estendere la propria avventura australiana, e in questo articolo ti spiegheremo le zone migliori in cui andare, cosa aspettarti e che frutta e ortaggi ci sono.
Quando partire per fare le farm in Australia
La stagionalità è un fattore chiave se vuoi lavorare nelle farm australiane e ogni regione ha i propri periodi di raccolta legati al clima locale e al tipo di coltura. In generale poi, i mesi primaverili ed estivi – da settembre a marzo – sono i più attivi per il raccolto, soprattutto per frutta e verdura. Tuttavia, ci sono zone come il Queensland settentrionale o la Tasmania dove si lavora tutto l’anno, grazie al clima più temperato o tropicale.
Di conseguenza è importante pianificare in anticipo e arrivare nelle zone di raccolta poco prima dell’inizio della stagione: in questo modo si avranno più possibilità di trovare lavoro, evitando la concorrenza dell’alta stagione.
Mildura e Griffith

Situate nello stato del Victoria e nel New South Wales, rispettivamente, Mildura e Griffith sono due delle località più frequentate dai backpacker in cerca di farm work. Entrambe si trovano in aree fertili attraversate dal fiume Murray, dove vengono coltivate uva, olive, prugne, arance e molte altre varietà di frutta.
A Mildura poi, la vendemmia inizia tra febbraio e aprile, seguita dalla raccolta di agrumi nei mesi invernali. A Griffith invece, le attività agricole si intensificano da novembre fino all’autunno, con numerose farm tra prugne, broccoli e zucche. Da Aprile invece inizia la stagione delle arance che si protende fino a ottobre.
Non vuoi fare le farm? Scopri come rinnovare il visto facendo il barista!
Dove fare le farm in Australia: Tasmania

La Tasmania, con il suo clima più fresco, è un vero paradiso per chi cerca lavoro nelle farm durante i mesi estivi, quando il caldo nel mainland può essere opprimente. La stagione del raccolto va poi da novembre ad aprile, con la raccolta di fragole, mele, ciliegie, lamponi e ortaggi.
Le aziende agricole in Tasmania sono inoltre spesso a conduzione familiare e offrono ambienti più tranquilli, lontani dalle dinamiche caotiche delle farm più turistiche. L’isola è perfetta anche per chi vuole coniugare il lavoro con l’esplorazione di una delle regioni più verdi e selvagge del paese.
Mareeba
Mareeba si trova nel nord tropicale del Queensland, non lontano da Cairns ed è una destinazione eccellente per chi cerca lavoro tutto l’anno, grazie alla varietà di coltivazioni tipiche del clima caldo e umido. Banane, mango, avocado, ananas, caffè: qui la produzione agricola non si ferma mai del tutto, rendendo Mareeba una scelta strategica, specialmente nei mesi invernali australiani (giugno-agosto).
La vita a Mareeba è poi più rilassata, immersa in un paesaggio tropicale fatto di foreste pluviali, cascate e montagne. E’ una località che quindi permette di alternare bene vita e lavoro, tuttavia, il lavoro può essere fisicamente molto impegnativo per via del caldo e dell’umidità.
Hai dubbi sul Working holiday visa? Qua abbiamo raccolto le domande più frequenti!
Dove fare le farm in Australia: Bundaberg
Situata sulla costa del Queensland, Bundaberg è famosa non solo per il rum, ma anche per le sue numerose aziende agricole. Qui si coltivano zucchine, fragole, pomodori, peperoni e molte altre verdure. Il clima mite consente di trovare lavoro per buona parte dell’anno, anche se la stagione più intensa va da settembre ad aprile.
Bundaberg è poi una delle mete preferite dai backpacker per iniziare il proprio farm work: ci sono molti ostelli specializzati nel collegare i viaggiatori con le farm locali e soprattutto si trova in una zona davvero paradisiaca, a due passi dal mare e anche vicina ad attività o a città come Brisbane. Proprio per questo motivo, è bene informarsi e leggere recensioni, poiché la concorrenza è alta e alcune esperienze lavorative non sempre si rivelano all’altezza delle aspettative.
Margaret River
A sud di Perth, Margaret River è conosciuta in tutto il mondo per i suoi vini e per la bellezza della sua costa. La zona è perfetta per chi vuole combinare il farm work con la possibilità di vivere vicino al mare. La stagione della vendemmia va poi da febbraio ad aprile, ma anche tra ottobre e dicembre, si possono trovare impieghi nella potatura delle viti o nella raccolta di ortaggi.
Oltre al lavoro nelle vigne, molti backpacker vengono attratti dalla qualità della vita: surf, cibo biologico, natura rigogliosa e comunità giovanili rendono Margaret River una delle destinazioni più piacevoli per fare farm work nel Western Australia. Attenzione però che le accomodation sono spesso insufficienti e per questo i costi per un affitto sono piuttosto alti.
Dove fare le farm in Australia: Barossa valley e Swan valley

Anche nei dintorni delle città principali come Perth e Adelaide ci sono molte opportunità per il farm work. Queste aree, pur essendo più urbanizzate, ospitano un numero consistente di aziende agricole, specialmente quelle dedicate alla viticoltura, all’orticoltura e alla coltivazione di olive e agrumi.
A nord-est di Adelaide, per esempio, si trova la Barossa Valley, una delle regioni vinicole più importanti d’Australia, dove si lavora soprattutto tra gennaio e marzo. Intorno a Perth invece, zone come Swan Valley offrono impieghi stagionali e una buona qualità della vita, con la possibilità di visitare facilmente la città nei giorni liberi. Ovviamente in questi casi la concorrenza sarà molto alta in quanto, poter vivere vicino ad una città e non dispersi nel nulla, è una caratteristica che piace a tanti.
Cose da sapere sulle farm in Australia

Una volta quindi scelta la zona dove si vuole andare, è importante considerare alcuni aspetti. Prima di tutto se non hai una macchina tua, valuta i working hostel, costano di più ma ti danno maggior garanzia di trovarti un lavoro.
Verifica poi sempre che i datori di lavoro ti diano ad ogni pagamento la payslip ovvero la busta paga, poiché al momento del rinnovo del visto sul sito del governo, dovrai averle tutte pronte in caso te le richiedessero. Altra cosa da controllare, devi essere pagato non meno del minimo di legge, altrimenti il governo non ti accetterà le buste paghe.
Infine se vuoi che ogni settimana sia conteggiata piena, devi lavorare un minimo di 35h, indipendentemente se un giorno hai lavorato 2h e l’altro 9h. L’importante è che il totale settimanale arrivi a questa cifra.
Leggi anche come ottenere il 3° working holiday visa per l’Australia!
Tutelarsi prima di partire
Ovviamente prima di partire per un’esperienza in Australia è sempre bene tutelarsi scegliendo di stipulare un’assicurazione medica che ti copra in caso di problemi. Noi infatti ti consigliamo la Cap Working Holiday di Chapka, l’unica assicurazione pensata specificatamente per questo visto lavorativo.
In conclusione scegliere la giusta località per il lavoro in Farm in Australia, è fondamentale per vivere un’esperienza positiva e riuscire a ottenere il rinnovo del Working Holiday Visa. La chiave del successo sta poi nel pianificare con anticipo e informarsi bene sulle stagioni di raccolta così lavorare con costanza.
Le farm australiane offrono molto più che una semplice opportunità di lavoro: sono spesso il cuore di storie di amicizia, avventure e crescita personale. E, con un po’ di fortuna e spirito di adattamento, possono trasformare un impegno obbligatorio in un ricordo indelebile.
Vivere a Hong Kong: pro e contro
La contraddizione in questa città è la norma, e tra un sistema urbano denso e una cultura asiatica ancora forte, scopri com’è vivere a Hong Kong.
Hong Kong è una città che divide, affascina, sconcerta. Una metropoli sospesa tra modernità e tradizione, tra la verticalità dei grattacieli e la spiritualità dei templi taoisti, tra il dinamismo di un centro finanziario globale e la quiete inaspettata dei suoi parchi e delle sue isole.
Vivere a Hong Kong non è quindi una scelta da prendere alla leggera, ma per chi cerca una vita stimolante, multiculturale e con infinite opportunità di crescita personale e professionale, può rivelarsi un’avventura entusiasmante.
Analizziamo pro e contro.
Cosa significa vivere ad Hong Kong

Vivere a Hong Kong significa entrare in uno dei sistemi urbani più densi al mondo. Con oltre 7 milioni di abitanti concentrati in uno spazio relativamente piccolo, l’impatto iniziale può essere travolgente. I palazzi si arrampicano verso il cielo, le strade sono un flusso continuo di persone, mezzi e insegne al neon.
Lo spazio è prezioso e raramente abbondante: gli appartamenti sono spesso molto piccoli rispetto agli standard europei, e i costi degli affitti possono essere proibitivi, soprattutto sull’isola principale o nei quartieri più centrali come Central, Wan Chai o Causeway Bay. Tuttavia, la qualità dei servizi, la sicurezza e l’efficienza dei trasporti pubblici, uno dei migliori al mondo, rendono la vita quotidiana sorprendentemente comoda.
Scopri le esperienze più tipiche da fare ad Hong Kong!
Passato e futuro: le contraddizioni di Hong Kong

Hong Kong rimane una città in cui la contraddizione è norma. Da una parte è uno dei centri economici e finanziari più avanzati, sede di grandi multinazionali e hub per start-up innovative. Dall’altra, conserva un’anima profondamente asiatica, dove la medicina tradizionale convive con la chirurgia estetica, dove si celebrano il Capodanno cinese con la stessa solennità con cui si organizza il Black Friday. È anche una città profondamente stratificata, dove le disparità economiche sono molto visibili e la pressione sociale, in termini di carriera, successo e stile di vita, può diventare intensa.
Nonostante tutto questo, la città è anche sorprendentemente verde. Oltre il 40% del suo territorio è composto da riserve naturali, montagne, sentieri e spiagge. Escursioni come il Dragon’s Back offrono panorami mozzafiato sull’oceano e sulle baie nascoste, mentre isole come Lantau, Lamma o Cheung Chau, sono oasi di tranquillità raggiungibili in meno di un’ora di traghetto. Hong Kong è quindi uno di quei luoghi in cui puoi iniziare la giornata con una riunione in un grattacielo di vetro e finirla mangiando noodles in una baracca di legno sul mare.
Working holiday e student visa per chi vuole vivere ad Hong Kong per un breve periodo
Se desideri trasferirti ma non hai ancora un contratto di lavoro, esistono due ottimi modi per iniziare: iscriversi a un corso di inglese o sfruttare il programma Working Holiday Visa. Quest’ultimo, attivo tra Hong Kong e alcuni Paesi europei (Italia inclusa), permette ai giovani tra i 18 e i 30 anni di vivere nella città fino a un anno, potendo lavorare legalmente per mantenersi. È una formula ideale per testare la vita nella metropoli, fare esperienza, migliorare la lingua e capire se davvero fa per te.
Un’altra possibilità è seguire un corso di lingua o business english presso le numerose scuole internazionali presenti in città. Studiare inglese a Hong Kong può sembrare curioso, essendo il cantonese la lingua madre, ma il bilinguismo è diffuso e molti insegnanti sono madrelingua.
Trova altre destinazioni dove studiare inglese!
Quando andare ad Hong Kong
Dal punto di vista del clima, il periodo migliore per trasferirsi a Hong Kong è tra ottobre e marzo. In questi mesi, le temperature sono più fresche e gradevoli, tra i 18° e i 25°C, e l’umidità è meno opprimente rispetto all’estate.
Tra maggio e settembre, infatti, l’aria diventa molto umida, con picchi di oltre il 90%, e il caldo può risultare estenuante. Non è raro, inoltre, che si verifichino tifoni tropicali, che possono portare a blocchi temporanei del trasporto pubblico o delle attività lavorative. Anche per questo motivo, partire nei mesi autunnali o invernali è spesso preferibile: il clima è più clemente, gli eventi culturali abbondano (come il Capodanno lunare o l’Art Basel), e le opportunità lavorative riprendono dopo la pausa estiva.
Vuoi conoscere la storia di Hong Kong e i piatti tipici? Allora leggi questi articoli!
Cosa vedere ad Hong Kong

I luoghi d’interesse sono numerosi e affascinanti: Victoria Peak offre la vista panoramica più iconica sulla skyline della città, mentre il quartiere di Tsim Sha Tsui, a Kowloon, regala uno spaccato più autentico e popolare della vita locale.
I templi di Wong Tai Sin o Man Mo sono perfetti per immergersi nella spiritualità cinese, mentre i mercati notturni, come quello di Temple Street, restituiscono tutta l’energia della città. I musei, le gallerie d’arte, i bar sul tetto dei grattacieli e la gastronomia variegata, dalla cucina cantonese ai piatti giapponesi, coreani o internazionali, completano l’offerta culturale e sensoriale di una metropoli che non dorme mai.
Se vuoi approfondire il discorso su cosa vedere ad Hong Kong, leggi questo articolo.
I contro di vivere a Hong Kong
Vivere a Hong Kong, tuttavia, significa anche fare i conti con alcuni aspetti meno idilliaci. Come detto poco fa, il costo della vita è alto, soprattutto per l’alloggio. Anche la pressione lavorativa può essere intensa: la cultura del lavoro tende ad essere competitiva, e i ritmi non sempre sono compatibili con una work-life balance rilassata.
La sovrappopolazione porta con sé anche una certa mancanza di privacy e di spazio personale, soprattutto se si vive in zone centrali. Tuttavia, per molti expat, questi aspetti vengono bilanciati dalla qualità dei servizi, dalla sicurezza (Hong Kong è una delle città più sicure al mondo), dalla dinamicità e dall’offerta culturale.
Dove vivere a Hong Kong e quanto costa
Tra le aree più ambite dai ci sono sicuramente Sheung Wan, Sai Ying Pun e Kennedy Town, sulla costa nord di Hong Kong Island. Questi quartieri offrono una combinazione perfetta di modernità e vita locale, con caffetterie minimaliste, ristoranti internazionali, studi di yoga, coworking e piccoli mercati tradizionali. Le stazioni della MTR, la metropolitana cittadina, rendono ogni spostamento estremamente semplice, mentre l’atmosfera internazionale li rende molto popolari tra chi arriva da fuori. I costi, però, riflettono la richiesta elevata: per un appartamento con una sola camera si parte dai 15.000 fino a 25.000 HKD al mese (circa 1.750–2.900 euro).
Se invece desideri una vita più autentica e con un budget contenuto puoi orientarti verso Kowloon, l’altra grande area urbana della città. In quartieri come Sham Shui Po, Yau Ma Tei o Kowloon City, il costo della vita scende sensibilmente. Queste zone conservano un’anima profondamente locale, con mercati di strada, templi e una vita notturna meno turistica ma affascinante. Per un bilocale in queste aree si può spendere tra gli 8.000 e i 15.000 HKD al mese (circa 950–1.750 euro).
Tutelarsi durante la propria esperienza
Un elemento fondamentale da considerare, se ci si trasferisce per qualche mese o per un periodo più lungo, è poi la copertura sanitaria. E’ infatti essenziale partire con un’assicurazione sanitaria internazionale che copra sia le spese mediche, sia eventuali imprevisti.
La Cap Working holiday o la Cap Student di Chapka sono due soluzioni ideali per chi si trasferisce all’estero, anche per periodi medio-lunghi. Offrono una copertura completa per spese mediche (ospedali, visite specialistiche, farmaci), assistenza 24/7 e copertura in caso di rimpatrio o emergenze. È una sicurezza in più per affrontare la quotidianità con serenità, soprattutto in un contesto nuovo, multiculturale e dinamico come quello di Hong Kong. Inoltre, è possibile sottoscriverle in modo flessibile e 100% online, adattandole alle proprie esigenze di durata e budget.
In conclusione vivere a Hong Kong non è per tutti, ma per chi cerca una città che stimoli, che metta alla prova, che insegni qualcosa ogni giorno, può diventare un’esperienza unica. È un luogo dove le contraddizioni convivono, dove il passato e il futuro si sfiorano continuamente, e dove anche chi arriva da lontano può trovare una nuova definizione di casa.